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Cod Art 0126 | Rev 01 del 03 Apr 2013 | Data 16 Mar 2009 | Autore Pierfederici Giovanni

 

   

 

ALGHE TOSSICHE E CAMBIAMENTI CLIMATICI

È ormai risaputo che la temperatura media globale è in continuo rialzo, circa 0.6 + 0.2 °C secondo l'IPPC. Purtroppo, su questo argomento vige una speculazione pseudoscientifica, il cui unico scopo sembra essere quello di vendere manuali e saggi che di scientifico hanno ben poco.
La confusione è imperante anche in televisione e sui giornali. Clima e tempo meteorologico vengono trattati come sinonimi, quindi basta un evento importante, per esempio una nevicata abbondante, per sminuire il lavoro di scienziati che di clima si occupano seriamente. I cambiamenti climatici si riflettono anche sulla temperatura media dei mari, il che comporta anche un'alterazione nella composizione della flora e della fauna locali, a causa dell'alterazione dei tassi di presenza delle popolazioni. Per cui si ritiene che sia probabile a breve un'alterazione delle comunità marine, soprattutto a livello della superficie, mentre le comunità profonde rimarranno sostanzialmente inalterate, poiché le acque abissali rimarranno comunque fredde. Un esempio di alterazione delle comunità superficiali arriva da diversi studi relativi alle fioriture algali tossiche, il cui numero di eventi negli ultimi 40 anni è enormemente cresciuto, e non solo a causa di fenomeni eutrofici di origine antropica, ma anche a causa dell'aumento della temperatura delle acque superficiali.
Di esempi da citare ce ne sono moltissimi, tra le più famose fioriture di alghe tossiche, ricordiamo le "maree rosse" della Laguna di Tolo (Hong Kong), oppure le meno famose maree primaverili del Mare del Nord. In quest'ultimo caso è dimostrato che l'aumento delle sostanze nutrienti di origine industriale, insieme alle anomalie di temperatura, comporta un abbattimento delle comunità di diatomee per carenza di silicio, a cui fa seguito la comparsa dell'alga coloniale Phaeocystis. In altri termini, la nicchia occupata in primavera dalle diatomee viene successivamente occupata dalla Phaeocystis. Non solo, ma nella stessa zona sono notevolmente aumentate le colonie di cianobatteri, i cui livelli nei 7.000 anni precedenti si sono mantenuti sempre bassi (Poutanen & Nikkila, 2001).

Ma come può il clima influenzare le fioriture algali? Le variazioni climatiche, in particolare il rialzo della temperatura media globale, determina lo scioglimento dei ghiacci Artici, per cui il valore della salinità si abbassa a causa dell'apporto di acque dolci di fusione. Questo determina un calo delle popolazioni fitoplanctoniche, la cui densità diminuisce all'aumentare della latitudine a causa, ovviamente, dell'abbassamento della salinità. Le variazioni climatiche influenzano anche la dislocazione delle aree di alta e bassa pressione. Per esempio tra il 1972 e il 1976 lungo le coste del Golfo del Messico, si verificarono bloom massivi di alghe tossiche, a causa di un insolito apporto eolico di ferro, grazie ad un mutamento della forza dei sistemi di pressione del Nord Pacifico e Nord Atlantico (Hayes et al., 2001). È notizia recente (vedere la news del 16 marzo 2009) che le variazioni medie della copertura nuvolosa influenza la produzione fitoplanctonica della penisola Antartica. In conclusione le attività umane e i cambiamenti climatici agiscono in sinergia, contribuendo ad innalzare la frequenza delle fioriture algali tossiche. Le dinamiche del fenomeno non sono ancora del tutto comprese e necessitano di ulteriori studi, per cui ci auguriamo un'espansione a tutto campo delle attività di ricerca.

BIBLIOGRAFIA